Riassunto breve di Pinocchio - Carlo Collodi

Gennaro Langella 31 Ottobre 2021
Morale della favola: Ogni nostra azione o decisione ha le sue conseguenze, buone o cattive.
Questo è un breve riassunto liberamente tratto dal libro "Le avventure di Pinocchio", una favola narrata dallo scrittore e giornalista fiorentino Carlo Collodi, imperniata sui valori dell'obbedienza, onestà e sincerità.

Riepilogo: Un vecchio falegname, di nome Geppetto, desidera che la sua creazione, un burattino di legno che ha chiamato Pinocchio, possa trasformarsi in un bambino vero. La Fata turchina esaudisce il suo desiderio, ma solo dopo aver fatto capire a Pinocchio che per diventare un vero ragazzo deve dimostrare di essere obbediente, generoso e sincero.

Questa è la storia:
C'era una volta un vecchio falegname assai povero che costruiva giocattoli di legno per i bambini della sua città. Il suo nome era Geppetto. Un giorno, un altro falegname, soprannominato "mastro Ciliegia" per via della punta del suo naso sempre rossa, gli regalò un pezzo di legno di pino molto speciale da cui Geppetto ne ricavò un burattino che decise di chiamare Pinocchio.

Quella notte, la Fata dai capelli turchini andò a far visita al vecchio falegname nella sua bottega. Sapendo del desiderio di Geppetto di diventare padre, gli disse: "Buon uomo, poiché hai reso felici tanti bambini, farò in modo di realizzare il tuo sogno". Quindi, la Fata turchina toccò il burattino con la sua bacchetta magica, dicendo: "Svegliati, burattino di legno. Il dono della vita è tuo!"
In men che non si dica, Pinocchio aprì gli occhi. La Fata lo avvertì: "Mio caro Pinocchio, se sarai buono e sincero, un giorno sarai un vero ragazzo". Poi, rivolgendosi al saggio Grillo parlante che viveva nell'armadio di Geppetto, gli disse: "Il tuo compito è di aiutare Pinocchio. Sarai la sua coscienza e gli insegnerai ciò che è bene e ciò che è male."

La mattina dopo, orgoglioso, Geppetto mandò a scuola il suo bambino di legno, ma siccome era molto povero, dovette vendere il suo cappotto per comprargli l'abbecedario. "Pinocchio, il Grillo ti mostrerà la strada, non distrarti e cerca di arrivare in orario a scuola", si raccomandò Geppetto.

Pinocchio uscì di casa, ma non arrivò mai scuola. Ignorando i consigli del Grillo, vendette i suoi libri per comprare un biglietto per il teatro dei burattini. A un certo punto dello spettacolo, Pinocchio iniziò a ballare assieme ai burattini, il burattinaio Mangiafuoco, meravigliato dalle capacità del ragazzo di legno, gli chiese di unirsi alle altre marionette. Pinocchio accettò, in cambio, Mangiafuoco gli regalò cinque monete d'oro.

Sulla strada del ritorno, Pinocchio incontrò il gatto e la volpe che ben presto si rivelarono essere due imbroglioni i quali, con un inganno, si impossessarono delle cinque monete d'oro e lo rinchiusero dentro a una stia. Il burattino capì il suo errore e cominciò a piangere. In quel momento apparve la Fata turchina che, sebbene sapesse già tutto, chiese comunque a Pinocchio: "Perché sei chiuso in questa gabbia?"

Siccome Pinocchio non aveva nessuna intenzione di dire la verità alla fatina, cominciò a raccontarle delle bugie: "Mentre andavo a scuola sono stato catturato dai banditi che mi hanno rinchiuso qui dentro!" Fu a quel punto che accadde qualcosa di strano. Il naso di Pinocchio cominciò ad allungarsi. Più parlava e più il naso cresceva.

"Ogni volta che dici una bugia, il tuo naso crescerà", avvertì la Fata turchina.
"Prometto che non mentirò più, ma ti prego di far tornare il mio naso com'era prima", disse Pinocchio.

Il giorno dopo, andando a scuola, Pinocchio incontrò un ragazzo di nome Lucignolo. "Andiamo nel Paese dei balocchi. Ci sono giocattoli e dolci e, soprattutto, non si va a scuola", disse il giovanotto a Pinocchio, e con vivo entusiasmo, continuò: "In questo posto ogni giorno è festa!"

Dimenticando le raccomandazioni della Fata turchina e i consigli del saggio Grillo, Pinocchio seguì il suo nuovo amico nel Paese dei balocchi, dove si divertì un mondo giocando e mangiando dolci. Improvvisamente, però, le orecchie di Pinocchio e di tutti gli altri bambini presenti cominciarono ad allungarsi. Non andando a scuola, si stavano trasformando in asini.

Trasformati in tanti somari, Pinocchio, Lucifero e i bambini furono comprati da un circo e messi a lavorare duramente. A un certo punto il ciuco Pinocchio si ferì a una zampa mentre faceva il suo numero. L'impresario si arrabbiò e lo gettò a mare.

A contatto con l'acqua, l'incantesimo si ruppe e Pinocchio ritornò di nuovo burattino, ma una balena che nuotava da quelle parti aprì la sua enorme bocca e lo inghiottì. Nell'oscurità dello stomaco di quell'enorme pesce, Pinocchio cominciò a piangere. Fu in quel momento che vide Geppetto.
"Figlio mio, ti stavo cercando per terra e per mare quando la balena mi ha inghiottito. Sono felice di averti ritrovato!" Disse Geppetto.
"D'ora in poi sarò buono e ubbidiente", promise Pinocchio tra le lacrime.

Padre e figlio si abbracciarono commossi. Poi, approfittando che la balena dormiva, accesero un fuoco che la fece starnutire. Nel momento i cui il grosso cetaceo aprì la bocca, Geppetto, Pinocchio e il Grillo parlante saltarono fuori e nuotarono verso casa.

Finale della storia: Dopo tante disavventure, vedendo che finalmente Pinocchio si comportava bene e non disobbediva più a suo padre e al Grillo parlante, la Fata turchina gli concesse di diventare un bambino in carne e ossa.

Gennaro Langella
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