Esce il libro degli Alunni del Sole per il piacere dei fans

Gennaro Langella 23 Marzo 2020
Pubblico con piacere la recensione di Younis Russo del libro "Alunni del Sole", scritto dal prof. Antonio G. D'Errico e Bruno Morelli.

I libri dedicati ad artisti di qualche decennio fa normalmente portano in sé l’aria della nostalgia. Sono caratterizzati da un retrocedere verso gli anni che li hanno visti protagonisti di estati di successi, di palchi illuminati tutti per loro, di programmi televisivi che li annunciavano con grande enfasi: “Ecco a voi …”.

Nel libro di Antonio G. D’Errico e Bruno Morelli, Alunni del Sole, non c’è niente di tutto questo. C’è solo la delicatezza del racconto di un amore tra due fratelli, Paolo e Bruno - nell'ordine il minore e il maggiore - figli d’arte, che hanno percorso le strade della musica. Non del successo ad ogni costo! E per questa loro vena ispirata, di successi ne hanno avuti tanti. Tutte le loro canzoni sono state un successo.

Paolo meritava di incidere qualcosa di suo, di cantautorale, da non condividere col gruppo”. Torna sempre quest’idea nel libro, questa volontà di rendere a Paolo il frutto delle sue fatiche. Il gruppo è qualcosa di fittizio, lo ripete spesso Bruno a Paolo. Evidentemente c’era bisogno di rendere verità a questa manifesta facciata. Forse il desiderio di Paolo, però, era proprio di restare insieme, per sempre, così come si erano costituiti, per accompagnare le sue ispirazioni che prendevano forma e vigore all'interno della formazione.

Gli Alunni del Sole hanno segnato la storia della musica leggera italiana, senza mai essere passati di moda. Ancora adesso i loro dischi vengono riproposti, diventano cover. Sono un gruppo del Sud, di Napoli, della terra della grande musica. Eppure ci vuole una canzone come ‘A canzuncella per riportare alla ribalta la canzone napoletana, che era alquanto dimenticata da almeno mezzo secolo. E proprio ‘A canzuncella apre la strada per il ritorno da protagonista della musica napoletana dell’era della Naple’s power.


Liù si stendeva su di noi/ e ci dava un po’ di sé/ senza chiederci perché”. Chi non ha canticchiato questi versi che erompevano e rimbalzavano dalle casse dei juke box verso la fine degli anni Settanta? Manon c’era solo Liù. Prima c’era stata Jenny. “Jenny era tanto sicura/ che un giorno ci saremmo trovati di nuovo/ certo anche lei non sapeva dove”. Canzoni che uscivano insieme alle ballate di De André dell’album Non al denaro, non all’amore né al cielo. Nel libro si capisce anche il perché. Paolo Morelli e Fabrizio De André incidevano per la stessa etichetta discografica, la Produttori Associati, in un primo momento. E successivamente si sono ritrovati insieme alla Ricordi.

C’era grande amicizia tra i due. Fabrizio si incantava, trascorreva le giornate negli studi a sentire cantare Paolo. “Che meraviglia! Ma come fai a scrivere queste canzoni? Come fai a cantare e suonare in modo così preciso senza sbagliare una nota?”. Chiedeva, alla fine, Fabrizio. “Le canzoni di Paolo parlano della vita, in tutti i suoi aspetti. Raccontano di giovani ragazzi che una mattina anziché andare a scuola se ne vanno in giro per i campi, correndo su prati di erba, facendo volare sulle loro teste un aquilone”, così scrive Antonio G. D’Errico nella prefazione del testo.


Il libro ha il ritmo del racconto, dove si riconosce l’anima del musicista, Bruno Morelli, e del poeta, Antonio G. D’Errico. Un connubio perfetto di verità - di chi ha vissuto la storia, Bruno Morelli - e di chi ha l’animo preparato ad accoglierla, lo scrittore e poeta D’Errico.

Si sente nel libro un’aria di poesia, di pulito, di bellezza che non è sempre scontato trovare nelle pagine di una biografia di un artista o di un gruppo di artisti. Sono quelle congiunzioni di sensibilità, di grandi animi che sono dediti alla pratica e alla cura della bellezza.

Ma nel libro non si celebra solo la bellezza dell’anima, ci sono le descrizioni degli ambienti, dei locali di Milano o di Trastevere. Si raccontano altre sensibilità, come l’incontro con Ivan Graziani, De Gregori, Venditti, Patty Pravo: voci che rimarranno per sempre nella memoria, l’ambito dove vengono custodite le sostanze e gli ideali preziosi. Alunni del Sole è un libro che mancava, che ci voleva, che racconta quel tanto di buono che mancava ai nostri sensi. Rinnova immagini nuove, che sanno di nuovo, pur senza avere un tempo di attribuzione.

di Younis Russo

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