Belgio: alla scoperta di Namur

Gennaro Langella 6 Settembre 2018
Muoversi in direzione di Namur è una delle esperienze più incredibili che un viaggiatore possa sperimentare.
Settembre è un buon mese per i viaggi, il mese in cui è d'obbligo rimettere in gioco le proprie energie prima di reinvestirle a tempo pieno nel circolo lavorativo. Scegliere la meta giusta e con essa le tappe esatte da pianificare è buona parte del compito che conviene aver già completato qualche settimana prima di partire in avanscoperta.

Se quest'anno la vostra scelta è caduta sul Belgio, o se magari siete ancora in fase di elaborazione, vi suggeriamo di non farvi scappare quella che è da molti definita il gioiellino della Vallonia - una delle tre regioni del Belgio, insieme alle Fiandre e alla regione di Bruxelles-Capitale - Namur, la suggestiva città merovingia baciata dalla confluenza dei fiumi Meuse e Sambre.

Originariamente sorta come oppido gallo, Namur ha subito nel corso della storia oltre venti assedi che per quanto ostinati non sono riusciti a intaccarne l'intimo splendore, quell'inedita grazia accessibile al nostro sguardo nelle facciate delle case più antiche. Namur vanta un edificio storico entrato nel patrimonio UNESCO, esempio magistrale di architettura tardobarocca, paragonato da alcuni alle costruzioni delle saghe di Tolkien per le numerose colonne di pietra e le facciate scure.

A rinsaldare il fascino tutto magnetico delle vie di Namur si erge a guardiana della città la grandiosa Cittadella-Fortezza, impronta indelebile di un bellicoso passato che ha avuto il merito di consegnare all'odierna Namur un'atmosfera serafica e distensiva tipica di un luogo dimenticato dal tempo.

È in quest'altrove da cartolina che potrete rifugiarvi per qualche giorno sospendendo mattinate e pomeriggi tra angoli incantati in cui dedicarvi alla visita della piazza della città dove potreste trovare divertente speculare sulla natura delle figure rappresentate dalle sculture in bronzo; iniziarvi al cibo tipico della Vallonia - prendete carta e penna e segnatevi "Le Temps des Cerises" - per consegnarvi successivamente a una serata con qualche brivido al Casinò di Namur dove si praticano anche i cash game, considerati in tutto il mondo la forma base del poker. Per gli spiriti più placidi la serata potrà invece proseguire sulla scia di quello che è considerato il miglior pub di Namur, "Le Chapitre", luogo ideale per degustare una pregiata selezione di "bionde" al ragionevole costo di circa tre euro.

Ma oltre al cibo e al diletto l'altra caratteristica fondamentale della città belga è senz'altro la cultura. È importante sottolineare che nel 1831 fu fondata all'interno del collegio gesuita una facoltà di filosofia, ad oggi università a tutti gli effetti che conta oltre settemila iscritti.

Dai toni più frizzanti sprigionati dal Museo delle fragole di Wepion (a due passi da Namur) ottimo per farsi una cultura più che fragolina, a quelli più seducenti diffusi dal Felicien Rops Museum, a voi la scelta. Quest'ultimo accoglie il materiale artistico di Felicien Rops, un interessante pittore, incisore e disegnatore belga del diciannovesimo secolo amico di Baudelaire che tenta di interpretare e esplicitare nei suoi lavori il potere della donna come «fiore del male».

Altro immancabile appuntamento è quello possibile poco dopo il ponte che sovrasta la Cittadella: attraversatelo e vi immergerete nella Halle al Chair, una struttura tardogotica in cui aveva luogo l'antico mercato della carne di Namur messo a punto dopo il 1.500 per la corporazione dei macellai.

Al suo interno sorge oggi il Museo archeologico di Namur in cui è possibile ammirare preziose collezioni archeologiche della preistoria e dei periodi gallo-romano e merovingio.

Se credete che la cultura a Namur passi solo dai musei, non è così. È riservato un posto speciale anche a tutti gli affezionati della settima arte, il cinema.

La città vedrà ormai quest'anno la trentatreesima edizione del Festival internazionale del film francofono di Namur (FIFF) che si terrà dal 28 settembre al 5 ottobre, settimana in cui le varie giurie presenti, insieme a tutti i partecipanti alla manifestazione, si occuperanno di leggere e interpretare le immagini di un cinema squisitamente francese che di anno in anno non cessa di mostrarsi sempre più vario, rinnovato e complesso.
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