Paralimpiadi: emozionante storia di nove atleti disabili

Anna Mercurio 14 Luglio 2018
Lo sport per atleti disabili è dove le diversità si confrontano con uguaglianza e rispetto reciproco.
Lo sport per atleti disabili esiste da oltre un secolo. Già nel 1888 nascevano i primi club sportivi per portatori di handicap a Berlino, in Germania. Tuttavia, fu dopo la seconda guerra mondiale che questo tipo di sport fu ampiamente promosso, con lo scopo di assistere l'enorme numero di veterani, tra militari e civili, che erano stati feriti durante il conflitto (nella foto in alto Beatrice Vio detta Bebe).

I primi giochi Paralimpici si sono svolti a Roma, in Italia, nel 1960, sotto l'egida della federazione mondiale degli ex combattenti, e hanno visto la partecipazione di 400 atleti provenienti da 23 differenti paesi. Da allora i Giochi hanno avuto luogo ogni quattro anni. Dopo 16 anni, nel 1976, a Ornskoldsvik, in Svezia, furono organizzati i primi giochi Paralimpici Invernali. Oggi le paralimpiadi sono diventate il secondo più grande evento sportivo in tutto il mondo e includono una cerimonia di apertura e una di chiusura.

Si racconta che alcuni anni fa, durante le Olimpiadi Speciali di Seattle (Special Olympics USA Games), riservate ai disabili fisici o mentali, nove concorrenti avevano preso posizione sulla linea di partenza, pronti a correre per la gara di Atletica Leggera.

Al comando di partenza dello starter scattarono tutti. Ognuno di essi sognava di tagliare per primo il traguardo e vincere la medaglia d'oro. Cominciarono a correre, ma, a un certo punto, uno di essi, il più giovane, inciampò e cadde sulla pista asfaltata. Dopo aver fatto un paio di capitomboli, il piccolo paratleta cominciò a piangere.

Gli altri otto sentirono piangere il ragazzo, si fermarono e tornarono indietro. Una ragazza affetta da "trisomia 21" (sindrome di Down) si chinò e lo baciò, dicendo: "Questo ti farà stare meglio", poi tutti e nove si diedero la mano e insieme si avviarono verso il traguardo. Gli spettatori presenti nello stadio si alzarono in piedi e cominciarono a battere le mani.

Quel giorno ci fu un'ovazione generale che andò avanti per diversi minuti. Le persone che erano lì, ancora oggi raccontano questa emozionante storia.
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