Oggi parliamo di Ernest Hemingway, giornalista e scrittore

Anna Mercurio 26 Aprile 2018
Ernest Miller Hemingway (21 luglio 1899 - 2 luglio 1961), è stato un famoso scrittore e giornalista americano del '900.

Hemingway, per i suoi fan semplicemente "Papa", ha sempre incentrato i suoi romanzi sulle esperienze e gli affetti personali. Il suo stile di scrittura semplice e sobrio, ha avuto un forte ascendente sulla cultura letteraria del secolo scorso, mentre la "vita spericolata" che l'autore ha condotto, e la sua immagine pubblica, ancora oggi ispirano la nostra generazione. A lui si deve la creazione di nuove tecniche e un rinnovato stile di prosa. Attraverso i suoi romanzi, Papa ha cercato di restituire all'uomo "medio", umiliato e ferito, la sua dignità, rendendolo protagonista di eroiche imprese.


L'immagine dell'uomo comune che inaspettatamente diventa "eroe", è un aspetto fondamentale nei romanzi di Hemingway. Questa figura la ritroviamo spesso nelle sue opere, a cominciare da "I racconti di Nicholas Adams" (Nick Adams Stories), una serie di storie in gran parte biografiche, che Hemingway scrisse tra il 1924 e il 1926, in cui, attraverso Nick, egli narra di un ragazzo diffidente e scontroso, che lentamente diventa adulto e maturo.

L'anno dopo, nel 1927, Hemingway cambiò il nome al suo personaggio in Jake Barnes. Nel romanzo "Fiesta - Il sole sorgerà ancora" (The Sun also Rises), oltre alla veste del narratore, Jake è anche uno dei protagonisti delle storie, assumendo un ruolo di spicco assieme a Robert Cohn, un campione di boxe dei pesi medi di New York, che incontra a Parigi.

Nel 1929 fu la volta di Frederic Henry, con "Addio alle armi" (A Farewell to Arms). Il romanzo è ambientato alla fine della Prima Guerra Mondiale. Frederic è un giovane tenente americano ferito alle gambe sul campo di battaglia e trasportato d'urgenza all'ospedale di Milano, dove incontra il dottor Rinaldi e s'innamora dell'infermiera Catherine Barkley, della quale anche il medico italiano è invaghito.

Con il romanzo "Per chi suona la campana" (For Whom the Bell Tolls), pubblicato nel 1940, cominciò l'era di Robert Jordan, un giovane insegnante americano di lingua spagnola, inviato come corrispondente di guerra nella penisola iberica per entrare in contatto con una banda di insorti che devono far saltare un ponte. Un tipo di eroe davvero insolito per un autore come Hemingway.

Nel 1950 fu la volta del colonnello Richard Cantwell, con "Di là dal fiume e tra gli alberi" (Across the River and Into the Trees), ambientato a Venezia durante la seconda guerra mondiale. Il colonnello dell'esercito americano, Richard Cantwell, è un eroe di guerra affetto da una malattia terminale. Un incontro casuale con una giovane e bella contessa comincia a suscitare in lui la speranza di una nuova vita.

Infine, nel 1953, il capolavoro. Nelle edicole esce l'incredibile storia de "Il vecchio e il mare" (The Old Man and the Sea), dove il protagonista è un anziano pescatore cubano di nome Santiago il quale esce in mare con la sua barca da pesca e ci rimane per quasi tre mesi. Ottantaquattro giorni di epica lotta tra il veterano del mare e un enorme marlin, il pesce più grande che abbia mai catturato.


Il vecchio e il mare, incontrò subito un enorme consenso di pubblico, che valse all'autore il premio Pulitzer. L'anno successivo, nel 1954, la fondazione Nobel di Stoccolma assegnò ad Hemingway la massima onorificenza per la Letteratura.

Negli ultimi anni della sua vita, Ernest Hemingway cominciò a soffrire di manie di persecuzione, con allucinazioni che gli facevano vedere nemici dappertutto. Tornato a Ketchum, nello Stato dell'Idaho, la domenica del 2 luglio 1961, a pochi giorni dal suo 62° compleanno, fu trovato morto in casa sua dalla moglie Mary con una ferita da arma da fuoco alla testa. Lo sceriffo Frank Hewitt, dopo veloci indagini, scrisse nel suo verbale che si era trattato di un incidente. Ufficialmente, Hemingway era morto accidentalmente, colpito da un proiettile alla testa mentre puliva il suo fucile. Il presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, lo definì uno dei più grandi scrittori d'America
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