Il diciottesimo cammello - Buddha

Anna Mercurio 29 Settembre 2017
Morale della favola: Bisogna sempre credere che ci sia una soluzione per ogni problema.
Un ricco mercante orientale passò a miglior vita. Nelle sue ultime volontà, l'uomo aveva dichiarato che le sue ricchezze andavano divise in parti uguali tra i suoi tre figli, ma non i suoi cammelli, la cui divisione, presto si sarebbe presentata molto più difficoltosa.

Secondo quanto aveva disposto il "de cuius", al figlio maggiore spettava la metà dei suoi cammelli; al figlio medio doveva essere data una quota pari a un terzo dei cammelli, al figlio più piccolo andava un nono dei cammelli.

Considerato che gli animali erano 17, e siccome non era possibile dividere i cammelli a metà, oppure in tre parti, o addirittura in nove, i tre fratelli cominciarono a scontrarsi animatamente tra loro, poiché ognuno di essi reclamava la parte spettante dei cammelli.

Trovandosi nell'impossibilità di potersi dividere i cammelli nel rispetto della volontà del padre, i tre germani si recarono da un vecchio maestro sufi che abitava nel vicino monastero. Il saggio ascoltò attentamente le pretese degli eredi, quindi, una volta compresa la situazione, fece portare uno dei suoi cammelli e lo aggiunse ai 17 in questione. In questo modo, il numero dei cammelli salì a 18.

Ora, ritornando alle volontà del defunto genitore il quale voleva che fossero così divisi i suoi cammelli, al figlio maggiore andarono 9 cammelli, ossia, la metà di 18; al secondogenito spettarono 6 cammelli, cioè, la terza parte di 18, mentre il più piccolo ottenne 2 cammelli, che corrispondono esattamente a un nono di 18.

Consegnando nove, sei e due cammelli ai giovani rampolli, l'illuminato aveva distribuito con successo i 17 cammelli lasciati in eredità. Infine, si riprese il suo cammello.
BuddhaFavole
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