Il lato oscuro dei Social

14 Maggio 2017
Social network, rivoluzione del terzo millennio, ma qual è lato oscuro?
I social network rappresentano la rivoluzione mediatica del terzo millennio, ma sono totalmente innocui? Qual è il lato oscuro dei social?

La mancanza di privacy.
In un'era dominata dalla condivisione compulsiva di contenuti, è facile postare foto su foto, anche dei propri bambini, ma spesso si dimentica che i social sono uno strumento quanto mai aperto, e rubare le foto dai profili è quanto mai facile, dunque ritrovarsi preda di persone senza scrupoli è questione di un attimo. Perciò occhio a cosa condividi, specie quando si tratta dei più piccoli.

Le bufale.
Menzogne confezionate ad arte per infervorare gli animi e lucrare sull'ingenuità degli utenti. Sempre di più sono i link urlati (su cui cliccare per ritrovarsi su siti strapieni di pubblicità e pop-up potenzialmente portatori di virus ma che procurano guadagni al gestore), contenenti titoli strabilianti a cui nella realtà difficilmente si crederebbe, ma poiché si trovano su Internet, in qualche modo acquistano valore di verità quasi divina.

Di qui il lato oscuro dei social numero tre. L'odio indiscriminato. Lo hate speech, come è stato battezzato. Che sia contro gli immigrati, incolpati di qualunque cosa, o i politici, a prescindere dallo schieramento, o i personaggi famosi (come dimenticare l'odio riversato su Gianni Morandi solo per essere andato al supermercato di domenica?). Non importa chi, cosa, dove, come o quando. L'importante è odiare.

Solo qualche tempo fa la Presidente della Camera Laura Boldrini condivise un elenco dei commenti peggiori che aveva ricevuto sulla sua pagina ufficiale: dalle minacce pesanti agli auguri mortali, ce n'era per tutti i gusti, in un attacco verbale che, nel mondo reale, sarebbe da galera.
Ecco, questi sono solo tre dei principali lati oscuri dei social, ma si potrebbe continuare ancora a lungo, non perché i social siano il male assoluto, certamente no, ma perché, come ogni rivoluzione, non possono che creare mostri.

L'unica soluzione è un uso moderato e consapevole che dovrebbe certamente cominciare dalla giovane età, ma che non esenta neppure gli over 65.
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