Il topo e l'ostrica - La Fontaine

Anna Mercurio 20 Novembre 2015
Morale della favola: Se non si sta attenti, a volte si va per mangiare e si resta mangiati.
Questa storiella del topo e l'ostrica, liberamente tratta da una favola di La Fontaine, insegna che se non si conosce il mondo si può facilmente rimanere vittima delle apparenze.

C'era una volta un topo di campagna che aveva poco cervello. Un giorno che il topo si era stancato di vivere in un casolare sulle alte pendici di un monte, lasciò la sua fredda tana e andò in cerca di un posto più caldo.

Mentre scendeva giù dalla montagna, guardandosi intorno, con entusiasmo, pensò: "come è grande il mondo". Quando il topo arrivò sulla spiaggia, mentre la calda sabbia gli riscaldava i piedi ancora gelati, disse fra sé: "mi piace questo posto, adesso devo trovare qualcosa da mangiare".

A un certo punto vide alcune ostriche disseminate per terra che le onde del mare avevano abbandonato sulla sabbia. Tra queste ce n'era una più grande con le conchiglie aperte. Pareva quasi che lo squisito mollusco invitasse il topo al banchetto.

Il sorcio pensò che quell'ostrica, bella e grossa, dovesse avere dentro di sé della carne bianca e prelibata. Già pregustava il lauto pranzetto, sennonché, quando il topo allungò il collo per assaggiare quella delizia, l'ostrica chiuse di colpo il suo guscio e imprigionò il topo, diventando, così, la sua tomba.
FavoleLa Fontaine
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