Noi bambini degli anni '50, '60 e '70

Anna Mercurio 13 Ottobre 2015
Un bimbo dice alla sua amichetta del cuore: "Io ti amo!" Altrettanto candidamente, lei risponde: "Come fanno gli adulti?" - "No, io ti amo davvero!"
Se siete stati anche voi uno dei bambini degli anni '50, '60 e '70, sicuramente vi riconoscerete in questi 17 punti elencati di seguito, stilati di proprio pugno dallo scrittore e poeta brasiliano Paulo Coelho:

1) Da bambini si andava in auto senza avere l'obbligo di allacciare le cinture di sicurezza, né c'erano gli airbag;

2) Viaggiare sul cassone posteriore di un furgone aperto era un'occasione speciale di cui ancora oggi ne serbiamo un vivido ricordo;

3) Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi e con vernici a base di piombo;

4) Non c'erano chiusure di sicurezza per bambini sulle confezioni dei medicinali, nei bagni, o alle porte;

5) Quando andavamo in bicicletta non dovevamo indossare il casco;

6) Bevevamo acqua corrente dal tubo del rubinetto invece che dalle bottiglie di acqua minerale;

7) Trascorrevamo intere giornate assieme, aiutandoci l'un l'altro, per costruirci carrocci a rotelle di legno (i più fortunati avevano cuscinetti sferici d'acciaio) che a piedi trascinavamo su una strada in salita per poi saltarci su e ridiscendere veloci, ricordandoci, ma solo a metà strada, di non avere i freni. Dopo vari scontri contro i cespugli imparammo a risolvere il problema (si, perché noi allora ci scontravamo con i cespugli, non con le auto);

8) Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare a casa prima che tramontasse il Sole. Non avevamo telefonini cellulari, ergo, nessuno ci poteva rintracciare (sembra impossibile ma è così);

9) La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia, anche (e soprattutto) con il papà;

10) Ci ferivamo, ci rompevamo qualche osso, perdevamo un dente, nessuno denunciava qualcuno per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, ma solo nostra, e al ritorno a casa si riceveva il "resto" dai genitori;

11) Mangiavamo biscotti nutrienti, pane con olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate, eppure non avevamo mai problemi di sovrappeso, questo perché stavamo sempre in giro a correre e giocare;

12) Condividevamo una bibita in quattro bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno è mai morto per questo;

13) Non avevamo la Playstation, il Nintendo 64, la X Box, i Videogiochi, la Televisione via cavo con 99 canali, i videoregistratori dolby surround, i telefonini cellulari, Computer, iPhone, iPad, la chat su Internet... però avevamo tanti amici;

14) Uscivamo in bicicletta o camminavamo a piedi fino a casa dell'amico anche se distante qualche chilometro. Bussavamo alla porta o semplicemente entravamo senza suonare il campanello e lui era lì, pronto per uscire a giocare.

15) Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati non andavano dallo psicologo per il trauma. Guardavano gli altri giocare e facevano il tifo per uno o per l'altro;

16) Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, o dallo psicopedagogo. Nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d'iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l'anno;

17) Avevamo tutto: libertà, fallimenti, successi, responsabilità, e imparavamo da soli come gestirli.

La solenne domanda è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere? A crescere e a diventare grandi?

(Paulo Coehlo)
BelleStorieVere
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