La cagna che doveva partorire - Fedro
Anna Mercurio 10 Ottobre 2015
Morale della favola: Bisogna sempre diffidare di coloro che ci chiedono le cose utilizzando le lusinghe e l'adulazione.
Questa favola di Fedro ci insegna a fare più attenzione quando aiutiamo qualcuno in difficoltà, poiché ci sono persone che prima chiedono il nostro aiuto con lingua mielata e zuccherosa, poi, approfittandosi dell'ospitalità che ricevono, pretendono con superbia e arroganza concessioni e favori.
C'era una volta una femmina di cane che doveva partorire. Alcuni giorni prima di dare alla luce i suoi cuccioli essa si recò da un'altra cagnetta di sua conoscenza che aveva una bella cuccia spaziosa e le chiese il favore di cedergli il suo nido. "Giusto il tempo di far nascere i miei piccoli - disse con tono supplichevole - e poi ce ne andremo". Bonariamente la cagnetta concordò con l'altra sul fatto che appena nati, i cuccioli hanno bisogno di assoluta tranquillità, cosa che la sua cuccia poteva offrire loro. Così, di buon grado, si fece da parte per fare posto all'altra cagnetta pensando tra sé che quei pochi giorni di sacrificio sarebbero stati ricompensati dalla gratitudine della sua amica.
Dopo due giorni la cagna partorì sei bei cuccioli, tutti sani e forti. La padrona di casa attese altri tre giorni, poi, visto che l'altra non andava via, andò a bussare alla porta per chiedere indietro la sua lettiera. Ma quella implorò di avere benevolenza e di attendere ancora qualche giorno. "Appena i miei cuccioli saranno in grado di camminare da soli li porterò via con me", spiegò con voce provata a causa della recente fatica.
Quando fu più in là e la padrona di casa si avvide che i cuccioli erano ormai diventati grandicelli e andavano in giro da soli, mentre la sua ospite non prendeva alcuna iniziativa di andarsene, riprovò a chiedere indietro la sua cuccia, questa volta in tono più deciso. L'altra la guardò con occhi di sfida e le disse: "Se credi di essere più forte di me e dei miei figli, allora prova pure a cacciarci via!"
C'era una volta una femmina di cane che doveva partorire. Alcuni giorni prima di dare alla luce i suoi cuccioli essa si recò da un'altra cagnetta di sua conoscenza che aveva una bella cuccia spaziosa e le chiese il favore di cedergli il suo nido. "Giusto il tempo di far nascere i miei piccoli - disse con tono supplichevole - e poi ce ne andremo". Bonariamente la cagnetta concordò con l'altra sul fatto che appena nati, i cuccioli hanno bisogno di assoluta tranquillità, cosa che la sua cuccia poteva offrire loro. Così, di buon grado, si fece da parte per fare posto all'altra cagnetta pensando tra sé che quei pochi giorni di sacrificio sarebbero stati ricompensati dalla gratitudine della sua amica.
Dopo due giorni la cagna partorì sei bei cuccioli, tutti sani e forti. La padrona di casa attese altri tre giorni, poi, visto che l'altra non andava via, andò a bussare alla porta per chiedere indietro la sua lettiera. Ma quella implorò di avere benevolenza e di attendere ancora qualche giorno. "Appena i miei cuccioli saranno in grado di camminare da soli li porterò via con me", spiegò con voce provata a causa della recente fatica.
Quando fu più in là e la padrona di casa si avvide che i cuccioli erano ormai diventati grandicelli e andavano in giro da soli, mentre la sua ospite non prendeva alcuna iniziativa di andarsene, riprovò a chiedere indietro la sua cuccia, questa volta in tono più deciso. L'altra la guardò con occhi di sfida e le disse: "Se credi di essere più forte di me e dei miei figli, allora prova pure a cacciarci via!"