Il Gallo e la Volpe - La Fontaine
Anna Mercurio 22 Ottobre 2015
Morale della favola: Bisogna prestare attenzione alle repentine offerte di amicizia.
C'era una volta un gallo che se ne stava appollaiato in alto sopra la staccionata del pollaio. I suoi potenti chicchirichìi si sentivano per tutta la valle, fino a quando un giorno arrivarono all'orecchio di una volpe affamata che si avvicinò al pollaio pregustando già la sua preda.
Accortasi che il pollastro era troppo in alto per poterlo ghermire, con uno stratagemma cercò di fare scendere il pennuto da quello steccato. "Amico mio! Fratello mio!" Esclamò la volpe cercando di sfoderare una voce quanto più suadente le era possibile, continuando: "il re Leone ha proclamato un trattato universale di pace e di fratellanza tra tutti gli animali della foresta e gli uccelli. Non siamo più "preda e cacciatore", né dobbiamo più fare la guerra l'un l'altro. Noi dobbiamo vivere in pace ed armonia. Presto, scendi giù, così possiamo abbracciarci e parlare meglio di questo argomento."
Ma il gallo che ben conosceva le vere intenzioni poco amorevoli della volpe, al momento non disse nulla, si limitò ad allungare in alto il collo guardando in lontananza come se scorgesse qualcosa.
"Che cosa c'è? Cosa stai vedendo?" Chiese curiosa la volpe. "Oh, nulla", rispose il gallo, poi, con aria gioviale, disse ancora: "sono solo i cani del mio padrone che stanno correndo verso di noi."
"Ah, mi sono ricordata di una cosa. Adesso devo proprio andare", borbottò la volpe mentre si incamminava lesta verso il bosco. "Per favore, non andare via sorella volpe. Aspetta un momento, così possiamo discutere assieme a loro di questa nuova tregua." "No, no - Rispose secca la volpe - i cani non hanno ancora sentito parlare del trattato di pace". E se ne andò!
Accortasi che il pollastro era troppo in alto per poterlo ghermire, con uno stratagemma cercò di fare scendere il pennuto da quello steccato. "Amico mio! Fratello mio!" Esclamò la volpe cercando di sfoderare una voce quanto più suadente le era possibile, continuando: "il re Leone ha proclamato un trattato universale di pace e di fratellanza tra tutti gli animali della foresta e gli uccelli. Non siamo più "preda e cacciatore", né dobbiamo più fare la guerra l'un l'altro. Noi dobbiamo vivere in pace ed armonia. Presto, scendi giù, così possiamo abbracciarci e parlare meglio di questo argomento."
Ma il gallo che ben conosceva le vere intenzioni poco amorevoli della volpe, al momento non disse nulla, si limitò ad allungare in alto il collo guardando in lontananza come se scorgesse qualcosa.
"Che cosa c'è? Cosa stai vedendo?" Chiese curiosa la volpe. "Oh, nulla", rispose il gallo, poi, con aria gioviale, disse ancora: "sono solo i cani del mio padrone che stanno correndo verso di noi."
"Ah, mi sono ricordata di una cosa. Adesso devo proprio andare", borbottò la volpe mentre si incamminava lesta verso il bosco. "Per favore, non andare via sorella volpe. Aspetta un momento, così possiamo discutere assieme a loro di questa nuova tregua." "No, no - Rispose secca la volpe - i cani non hanno ancora sentito parlare del trattato di pace". E se ne andò!