Ermes e Tiresia - Esopo

Anna Mercurio 16 Ottobre 2015
Morale della favola: Il ladro ritorna sempre sul luogo in cui ha commesso il crimine per compiacersi della sua azione.
C'era una volta il dio Ermes (o Hermes), che un giorno volle mettere alla prova i poteri divinatori di Tiresia.

Sceso dall'Olimpo, il dio alato volò fino alle stalle di Tiresia e ne portò via i buoi nascondendoli nelle campagne, poi, travestitosi da mortale, sotto mentite spoglie egli si recò dal vecchio cieco noto per la sua saggezza e per la particolare dote di predire il futuro dai segnali degli uccelli, dicendogli che i suoi animali erano scomparsi.

Tiresia chiese ad Ermes di accompagnarlo nella ricerca delle sue vacche e di aiutarlo a trovare un presagio che gli rivelasse qualche dettaglio circa il furto. A tal proposito lo pregò di riferirgli ciò che stavano facendo in quel momento gli uccelli. "C'è un'aquila che è appena volata passando da sinistra verso destra", disse Ermes, ma Tiresia rispose che questo fatto non aveva nulla a che vedere con le sue bestie.

"E adesso?" Chiese ancora il vecchio: "quale uccello vedi?" Il dio che era nei panni dell'uomo riferì di vedere un corvo nero come il carbone appollaiato sul ramo di un albero che dapprima aveva sollevato la testa in su, poi aveva abbassato lo sguardo in giù, verso il suolo. "Ecco!" Esclamò il veggente, continuando: "questo corvo sta giurando al cielo e alla terra che spetta a voi soltanto di restituirmi il bestiame."
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