L'uomo calvo e la mosca - Fedro

Anna Mercurio 20 Settembre 2015
Morale della favola: Bisogna perdonare chi sbaglia in modo involontario e castigare coloro che con dolo e volontà danneggiano gli altri.
Durante una giornata calda e afosa d'estate, un uomo calvo, dopo che aveva lavorato per tutta la mattinata, si sedette all'ombra di una pianta per prendersi un poco di meritato riposo.

Una mosca si avvicinò ronzandogli intorno. Si posò sulla sua testa pelata e lo punse per succhiare il suo sangue.

Infastidito da quella molesta presenza, con il palmo aperto della mano l'uomo si diede una forte pacca sulla testa con l'intento di schiacciare l'insetto. Tuttavia, la mosca fu più lesta di lui e riuscì a riprendere il volo prima ancora di essere colpita, poi, con aria ironica e con fare beffardo, il molesto animaletto disse all'uomo: "Ti sta bene, poiché hai cercato di ammazzarmi per vendicarti di una minuscola puntura che ti avrebbe recato meno danno di quanto te ne sei fatto tu stesso colpendoti con la mano". "È vero ciò che dici - ribatté prontamente l'uomo calvo - ma io non porto risentimento, né rancore per il colpo che mi sono dato dal momento che non c'era alcuna intenzione di colpirmi, mentre tu, spregevole insetto che si diletta a succhiare il sangue degli altri, meriti di essere schiacciata anche a prezzo di un danno più grave".
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