Le rane chiesero a Giove un re - Fedro

Anna Mercurio 25 Settembre 2015
Morale della favola: Quando si cerca di cambiare la propria condizione di vita bisogna essere sicuri che si cambi in meglio.
Tanto tempo fa i popoli della Terra erano abbandonati a se stessi. Ben presto si passò da una libertà senza regole all'anarchia. Ogni uomo chiese a viva voce delle leggi repressive che mettessero un freno alla babilonia che si era creata. Ora, per rendere l'idea dei danni a cui la gente va incontro quando si trova in queste condizioni, Fedro ha ripreso la storia de "Il re travicello" raccontata da Esopo, e l'ha riscritta per noi con il titolo "Le rane chiesero a Giove un re".

In un luogo remoto del Pianeta c'era una laguna con fiumi, laghi ed uno stagno pieno di rane che sguazzavano liberamente nell'acqua sempre fresca. Il cibo non mancava, ma come sempre succede, c'era chi si abbuffava e chi si doveva accontentare degli avanzi. Così un giorno le rane chiesero a Giove di inviargli un re che gestisse la laguna con delle leggi giuste. Il supremo fu divertito da quella insolita richiesta e lanciò nello stagno un tronco d'albero invitando le rane a rispettare il loro sovrano.

Il tonfo del travicello nell'acqua spaventò gli anfibi che, terrorizzati, scapparono immergendosi nelle profondità marine. Poi, la curiosità vinse la paura. Cominciarono ad avvicinarsi con soggezione alla trave per inchinarsi davanti al loro re. Ben presto si accorsero che il tronco era immobile e alcune di esse lo toccarono con mano senza che gli accadesse nulla. Le rane cominciarono a farsi coraggio e a saltare sul tronco galleggiante. A poco a poco si facevano sempre più audaci, fino a perdere il rispetto del legno facendoci sopra i loro bisognini. Infine chiesero un altro re.

Preso dall'ira per la loro ingratitudine, Giove inviò un grosso serpente il quale non appena arrivò nelle acque dello stagno cominciò a mangiare le rane una ad una fino a quando ne rimasero che pochissimi esemplari. In lacrime si rivolsero di nuovo a Giove supplicandolo di liberarle da quel mostro. Ma Giove rispose loro che poiché non avevano saputo conservare la libertà, dovevano rassegnarsi a sopportare la loro pena.
EsopoFavole
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