Il Leone e il Cacciatore - La Fontaine
Anna Mercurio 18 Settembre 2015
Morale della favola: A chiacchiere molti hanno il coraggio di sfidare i pericoli, ma quando arriva il momento scappano correndo a gambe levate.
In questa bellissima favola dal titolo "Il leone e il cacciatore", il famoso favolista, poeta e filosofo francese, Jean de La Fontaine, ci racconta di un cacciatore un po' spaccone che, non trovando più il suo cane e pensando che l'avesse mangiato un leone, si vantò con un contadino che sarebbe andato a caccia di quella bestia feroce per poi ritornare con in mano la sua coda come trofeo.
Resosi conto che il cacciatore era solo un fanfarone, il campagnolo gli disse: "Poiché ti interessa tanto cacciare il leone che ha mangiato il tuo cane, non solo te lo mostrerò, ma ti porterò nella sua tana, dove potrai trovare molti altri leoni".
Spaventato dalla possibilità di trovarsi di fronte ai terribili animali, con le gambe tremanti e i denti che battevano dalla paura, il cacciatore rispose: "Un altro giorno!" E scappò via di corsa.
Un certo tal, gran cacciator e appunto gran vantator (racconta il vecchio Babria) avea perduto un suo diletto cane. Dubitando ch'ei fosse ito diritto nella pancia a un leon, volea vendetta.
Un giorno chiese ad un pastor: – E dove sen sta la mala bestia? io vo' la coda mozzarle. – Abita la' sulla montagna, - disse il pastor. – Ahimé! lo so purtroppo, ché a patto solo di grassi tributi posso al mio gregge assicurar la pace -. Il Cacciator si volta. – Eccola lì la mala bestia… – Oh Ciel! – scappa, Giovanni, – O Giove, – ei grida, – a me mostra una porta dov'io possa salvare almen la pelle.
Resosi conto che il cacciatore era solo un fanfarone, il campagnolo gli disse: "Poiché ti interessa tanto cacciare il leone che ha mangiato il tuo cane, non solo te lo mostrerò, ma ti porterò nella sua tana, dove potrai trovare molti altri leoni".
Spaventato dalla possibilità di trovarsi di fronte ai terribili animali, con le gambe tremanti e i denti che battevano dalla paura, il cacciatore rispose: "Un altro giorno!" E scappò via di corsa.
Un certo tal, gran cacciator e appunto gran vantator (racconta il vecchio Babria) avea perduto un suo diletto cane. Dubitando ch'ei fosse ito diritto nella pancia a un leon, volea vendetta.
Un giorno chiese ad un pastor: – E dove sen sta la mala bestia? io vo' la coda mozzarle. – Abita la' sulla montagna, - disse il pastor. – Ahimé! lo so purtroppo, ché a patto solo di grassi tributi posso al mio gregge assicurar la pace -. Il Cacciator si volta. – Eccola lì la mala bestia… – Oh Ciel! – scappa, Giovanni, – O Giove, – ei grida, – a me mostra una porta dov'io possa salvare almen la pelle.